Via Costola, 26 / Lorenzago di Cadore, Belluno
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Nel cuore dell’Oltrepiave, l’arte religiosa e il paesaggio si intrecciano raccontando secoli di storia, fede e identità. Questo progetto nasce per valorizzare un patrimonio unico, testimone della memoria collettiva e della bellezza che abita le nostre comunità.
Un viaggio tra chiese, tradizioni e opere d’arte che attraversano il tempo, per riscoprire e custodire le radici culturali del territorio.
Nell’ampia costellazione culturale cadorina, dove splende imperante l’astro pittorico di Tiziano Vecellio, si celano delle emergenze artistiche di prim’ordine spesso poco note al grande pubblico, essenziali e indispensabili per la lettura sociale e storica delle comunità che le conservano. L’Oltrepiave, regione storica del Cadore relativa al territorio collocato a sinistra del fiume Piave e comprendente i comuni di Vigo – già capoluogo dell’antica Centuria – e di Lorenzago, conserva un patrimonio religioso di eccezionale portata, capace di generare un itinerario denso di significati culturali e di proposte artistiche. Un tempo crocevia tra il Passo Mauria, collegamento privilegiato del Cadore con il Patriarcato di Aquileia e le direttrici verso il nord attraverso Monte Croce Comelico e verso sud lungo la via della Piave, questo territorio è infatti preziosa testimonianza del costante e continuo contatto tra le popolazioni delle varie vallate di montagna che hanno nel tempo definito un patrimonio artistico e religioso influenzato da diverse culture.
Nel percorso suggerito, sviluppato attraverso una scelta meditata e consapevole, ricco non solo di storia o di memoria, ma di quel che potrebbe chiamarsi il lievito e la modellazione del futuro, il visitatore sarà portato a conoscere contesti alquanto diversi, quasi muovendosi in un teatro mnemonico, dispositivo del ricordo individuale e della memoria collettiva. Ipotizzando l’inizio del percorso dalla chiesa di Santa Margherita, la più antica oggi esistente in Cadore situata nel borgo di Salagona, ci si trova immersi in un agglomerato rurale corrotto dalla selvaggia urbanizzazione del secondo Novecento, dove però si conserva questo piccolo scrigno d’arte risalente alla fine del Duecento che mostra le influenze dalle esperienze bizantineggianti provenienti dall’area adriatica (Aquileia e Venezia in primis) ed è ricco di significati teologici capaci di testimoniare l’importanza delle Biblia pauperum (Bibbia per i poveri) dell’arte romanica.
A breve distanza, inserita nel cuore del paese di Vigo, si trova la chiesa di Sant’Orsola, una cappella gentilizia medievale voluta da Ainardo da Vigo, autorevole esponente politico della prima metà del Trecento, quale luogo di sepoltura e totalmente affrescata dal Maestro di Vigo, un artista post giottesco espressione della diffusione di modelli artistici gravitanti attorno alle figure di Tommaso da Modena e Vitale da Bologna. Continuità nel tempo e varietà nello spazio sono i due poli fra i quali si muove la storia della comunità d’Oltrepiave: così, a pochi metri di distanza dalla piazza centrale di Vigo si trovano la chiesa parrocchiale di San Martino e il piccolo tempio tardo gotico della Madonna della Difesa, autentiche espressioni della devozione della comunità nel corso dei secoli, testimoniata dalle varie opere d’arte in esse conservate che vanno dal XIV al XX secolo.
Nella vicina frazione di Laggio, collocata sulla sommità del Col di Pertegona, si può visitare la chiesa quattrocentesca dedicata a Sant’Antonio Abate, realizzata in stile tardo gotico e legata alla storia e alla tradizione del Capitolo di sant’Antonio. Nel contesto del territorio di Vigo degne di nota sono la chiesa di Pelos, intitolata a San Bernardino di Siena nella quale si conserva un’opera di Marco Vecellio, la chiesa di San Daniele in monte e la chiesa della Santissima Trinità a Piniè.
Spostando l’attenzione al contesto di Lorenzago, il paese dei Papi, tre chiese testimoniano la ricchezza artistica di questa comunità: la chiesa parrocchiale di Sant’Ermagora e Fortunato, ricca di opere d’arte, la chiesa dedicata alla Madonna della Difesa, espressione autentica della memoria popolare e dei drammi legati al propagarsi della peste vissuti nel Cinquecento e la piccola cappella di Coresiei, dedicata ad Antonio Abate. L’itinerario approfondito nella brochure dedicata, offre una incomparabile varietà di forme artistiche locali, sunto delle generazioni che hanno tessuto quella fitta trama e quell’ordito che li genera e che li ha generati. Il visitatore è quindi chiamato a farne parte perché una stessa aria e uno stesso sangue accomunano i monumenti d’arte, della natura e della storia a chi li ha creati e a chi li custodisce e li visita.